Gender fluid, un’altra distrazione per le masse?
Non passa ormai anno in cui non veniamo scossi da una nuova corrente di pensiero propinata da tutti i mass media e che ancora una volta ci lascia sconcertati, ponendoci nella condizione di chiederci se siamo invecchiati perchè abbiamo idee troppo consevative oppure se siamo in balia dell’ennessima follia di un mondo ormai alla deriva.
Se pensavamo infatti di aver oltrepassato ogni limite di umana decenza che dovrebbe caratterizzare la così detta società civile arriva a farci ricredere una nuova moda che fa un ulteriore step nel degrado sociale nel quale già da un po’ di anni siamo immersi.
Per quanto il disgusto ci allontani da certe tematiche ci ritroviamo a vederle rimbalzare nei vari canali di informazione, supportate da esperti del settore, riproposte da personaggi famosi, fino a ritrovarcele persino nelle pubblicità di cartelloni stradali(1).
Per quanto non ce ne importi nulla di approfondire un argomento come il gender fluid questo viene infilato a forza tra i pensieri, e ci ritroviamo costretti a dovercene occupare, magari perchè colleghi ne parlano, o amici o familiari, o persino sconosciuti in fila dal commercialista.
Proprio perchè il tema in questione è controverso e suscita un certo grado di disgusto nella maggioranza che crede ancora in valori tradizionali come la famiglia, mi sembra si tratti dell’ennesimo argomento di distrazione sociale, per allontanare le menti da problemi ben più importanti e che richiederebbero al contrario una certa urgenza nell’essere affrontati.
Tanto per citarne alcuni, gli aumenti incontrollati dei prezzi delle materie prime così come tutti gli aumenti delle utenze domestiche, l’impoverimento generale della popolazione con conseguente scoparsa della classe media, un’inflazione galoppante che ha reso inadeguati i nostri stipendi, la crisi economica che ha portato ad un aumento smisurato dei tassi di interesse, l’aumento delle tasse nonostante il nostro sia già da tempo considerato il Paese più tassato d’Europa, la questione della scarsità di fondi per sostenere le pensioni dei lavoratori, ecc.; tutte cose che incidono significativamente nella qualità della vita delle persone.
SECONDO NATURA
La natura ha delle leggi ben precise su cui si basa il delicato equilibrio che regola la vita sul nostro pianeta. Se queste leggi vengono disattese prima o poi chi non le rispetta viene eliminato.
Sappiamo che i nostri polmoni sono fatti per assobire ossigeno dall’aria che respiriamo, per convogliarlo attraverso il sangue in tutti gli organi e nelle cellule del corpo, ma se nonostante questo, per un proprio piacere momentaneo preferiamo introdurre nei polmoni il fumo di sigaretta, e continuiamo a farlo anche quando dei sintomi ci invitano a smettere, è probabile che ad un certo punto il nostro corpo non sarà più in grado di gestire le sostanze estranee ed inquinanti che immettiamo con la sigaretta, e si ammalerà fino a condurci alla morte.
Se allora esistono degli equilibri universali perchè mai dovremmo sovvertirli e a che scopo?
Potremmo pensare che cambiamenti di genere non portino alla morte dell’individuo ma, nel lungo termine, se mai diventassero un costume sociale, porterebbero sicuramente alla morte della specie.
È abbastanza probabile che se un soggetto ha dei gusti diversi dalla maggioranza non ha alcun interesse ad andare in giro a raccontarlo pretendendo di essere legittimato ma piuttosto prende la sua strada senza infastidire chi la pensa diversamente, in modo da non essere infastidito a sua volta.
È piuttosto evidente che questa tematica del gender è stata ideata e spinta dall’elite all’interno della società occidentale, dove i valori sono già fortemente in crisi, per destrutturarne il suo scheletro.
Un’elite che se ne infischia altamente dei gusti dei singoli in fatto di rapporti con l’altro sesso e che già da tempo punta al disfacimento della famiglia tradizionale.
Altrimenti che senso avrebbe spingere un tema così controverso per farlo accettare alla collettività come la nuova normalità?
Potremmo credere che lo facciano per una maggior inclusione sociale e per tutelare quelle piccole minoranze spesso non prese in considerazione in ambito legislativo, così come ci raccontano, ma chi è così ingenuo da crederlo davvero?
GUERRA AI VECCHI VALORI
In realtà, come già accennato, già in passato c’è stata una forte volontà di combattere quei valori che hanno caratterizzato la società occidentale nei secoli scorsi.
Negli ultimi anni per esempio si è cercato di superare i generi canonici di maschile e femminile per aggiungerne ulteriori non ben definiti.
Nella scuola pubblica per esempio si è dibattuto sul fatto se non fosse più corretto definire i genitori di un bambino, nei vari moduli cartacei, con gli appellativi di genitore 1 e genitore 2 piuttosto che con i vetusti appellativi di padre e madre, per non offendere quelle minoranze di nuclei familiari caratterizzati da 2 genitori dello stesso sesso.
Negli ultimi anni, infatti, sono riconosciuti come nuclei familiari anche quelli composti da persone di uno stesso sesso e sono entrati nell’uso comune altri generi, oltre a quello maschile e femminile, definiti dall’acronimo LGBT (che sta per Lesbica, Gay, Bisessuale e Transgender), aggioranto in seguito con l’acronimo LGBTQIA+, con l’arrivo dei generi o “non generi” di Queer, intersessuale, agender, e + che sta per altri generi non classificabili, come il neutro.
Non si tratta qui di voler essere intolleranti, razzisti o critici a prescindere, ma semplicemente si sta cercando di capire quale reale necessità ci sia di inserire nella società un genere ambiguo che non apporta nessun valore aggiunto in definitiva a questa.
Si rischia piuttosto di accettare come normale un modello che potrebbe essere diseducativo per bambini e adolescenti ancora in crescita, che si ritroverebbero cicondati da cattivi esempi nella società e, anche se sani e fisicamente con un sesso ben definito, potrebbero creare confusione nella mente, se privi di un forte senso di identità.
DIVIDE ET IMPERA
Anche se potrebbe sembrare un’ipotesi azzardata per alcuni, sono abbastanza sicuro che si tratti di perseguire il “divide et impera”, tanto caro all’elite che ci controlla da sempre che passa poi la palla ai nostri politici, ai mass media e agli esperti di turno, per instillarci l’idea che sia una tematica sentita da tutti e che sia da trattare con la massima urgenza.
Lo scopo è quello di voler creare quanta più divisione possibile nella società odierna, in modo che né questa, né un suo eventuale gruppo troppo numeroso, possa mai prendere una decisione di comune accordo o pretendere di vedersi riconosciuti dei diritti.
Una società spezzettata in tanti piccoli gruppi che si fanno perennemente battaglia non si riconoscerà mai in un’identità unica, e difficilmente andrebbe a scagliarsi contro il sistema o contro l’elite che mantiene l’attuale stato di cose.
Tanto per avere una vaga idea di quante divisioni abbiamo all’interno della nostra società possiamo provare a fare una panoramica e osservarla dall’alto, per notare gli innumerevoli piccoli gruppi, fazioni, partiti, movimenti, che la compongono.
C’è chi crede in una religione e combatte come miscredenti tutti gli altri, additandoli come pagani e cercando di difendere le sue credenze.
C’è chi sostiene che una data classe politica sia migliore dell’altra e ne fa motivo continue discussioni.
C’è chi sostiene un certo sindacato piuttosto che un altro, e cerca di indirizzare gli altri nelle giuste battaglie da portare avanti.
C’è chi sostiene una squadra di calcio e discute interi pomeriggi con gli amici per affermare che quel gol non fosse dovuto.
C’è chi crede ciecamente nella scienza ufficiale e combatte tutte le teorie alternative che vorrebbero minarne le fondamenta.
C’è chi crede negli ufo e pensa che la nostra vita sia condizionata da essi.
Ecc. ecc. ecc. ecc.
Ci sono poi tanti sotto-gruppi ancora più specifici, per esempio c’è chi crede che questo genere di musica sia migliore di quell’altro perchè ha radici più genuine e così via, in pratica i recinti sono infiniti, fino ad arrivare a coincidere con il recinto finale dell’io, ossia quello che crediamo di essere. Infatti, se chiediamo ad una persona qualsiasi di presentarsi, molto probabilmente ci parlerà della sua professione o di quello che rappresenta per la società, e non di quella essenza immortale che è qui solo per fare esperienza.
Tutte queste non sono altro che forme pensiero entro le quali vengono recintate le nostre idee e le nostre azioni. Tutto ciò non ci permette di avere una visione esterna oggettiva di come vanno le cose e ci relega in un campo d’azione limitato, che non va oltre quegli interessi particolari.
In qualche modo tutte queste eggregore tengono imbrigliata la nostra energia in battaglie inutili e fini a se stesse, mentre chi governa continua a farlo indisturbato, e può così applicare regole sempre più restrittive senza nessun accenno di dissenso da parte nostra, distratti dalle nostre beghe quotidiane. Possiamo vederne alcuni esempi nel continente asiatico, dove hanno persino implementato un sistema di controllo sociale a punti e a cui i nostri governanti aspirano di arrivare nel prossimo futuro.
IL GENERE SUI GENERIS
Ma finalmente è arrivato il gender fluid, ossia la possibilità di concedere ad un adolescente la capacità di poter scegliere, in modo fluido come l’acqua, a quale genere appartenere durante la sua crescita. Sì perchè si dà la facoltà di scegliere a esseri umani ancora non completamente formati nel corpo e nel pensiero, e quindi molto influenzabili (e sicuramente influenzati) dagli accadimenti esterni o dalle mode del momento.
Questo oltre a permettere al ragazzo di scegliere a quale genere appartenere gli consente di ripensarci e, magari dopo una settimana, di cambiarlo nuovamente, e persino di non sceglierne uno, perchè ormai è superato anche questo, e di poter usufruire un giorno dell’uno, un giorno dell’altro sesso, a seconda del capriccio del momento, in quanto anche identificarsi con un genere diventa una forma di costrizione(2).
Tutto ciò con il benestare della tv pubblica italiana che ha pensato bene di inserire in prima serata nel famoso show canoro di Sanremo personaggi come Rosa Chemical per trasmettere il messaggio che i tempi sono cambiati e che dobbiamo adeguarci ad essi.
ESEMPI FAMOSI
Non potevano mancare i personaggi famosi, in realtà utilizzati da sempre come trampolino di lancio delle loro perversioni.
Sì, perchè, malauguratamente non ve ne foste accorti, queste correnti di pensiero arrivano sempre dall’alto e mai dal basso. Raramente accade il contrario, perchè anche questo è possibile considerando l’enorme potere mediatico che esercitano sulle masse.
Malgrado buona parte della musica moderna mi faccia inorridire, non è facile non notare i numerosi artisti che si esibiscono negli show più rinomati, in uno stato che forse qualche decennio fa sarebbe stato motivo di cattura e reclusione forzata in un centro di sanità mentale.
Una volta come potevano essere considerate delle provocazioni le apparizioni ad esempio di Renato Zero in un abbigliamento decisamente stravagante, oggi siamo talmente assuefatti da stupirci se vediamo al contrario un tizio che canta in giacca e cravatta, come ad esempio apparve vestito Simone Cristicchi qualche anno fa a Sanremo, tale da risultare insolito e al contempo originale.
Oggi come già detto lo show non ci risparmia di vedere in prima serata personaggi ambigui, con abbigliamento maschile e femminile allo stesso tempo, per invitarci ad accettare come normalità l’ennesima stramberia di un sistema mediatico ormai alla frutta.
ATTACCO ALLA FAMIGLIA TRADIZIONALE
Come ci hanno insegnato a scuola fin dall’infanzia sappiamo che l’uomo è un “animale sociale”. È sempre vissuto in gruppi, tribù, villaggi, fino a trovarsi in contesti sempre più grandi, come possono essere oggi quelli di una città o di una metropoli.
Ma ci sono anche realtà molto più vaste come le nazioni che raccolgono un intero popolo che parla la stessa lingua, vive in una stessa nazione e condivide una stessa cultura.
L’unità fondamentale di questa aggregazione resta comunque il nucleo familiare che potremmmo vedere come l’atomo rispetto alla materia.
Questo perchè se non c’è un’unione forte alla base non può esserci un’unione più vasta di persone che porta all’identificazione di un popolo o di una razza.
Se non c’è il senso di appartenenza ad una famiglia, i cui valori per estensione sono condivisi da una vasta comunità, difficilmente ci si può identificare con un popolo, con la sua cultura, con i suoi valori.
Ho la chiara sensazione che negli ultimi anni si stia cercando di minare alle fondamenta la società, colpendo proprio il suo nucleo principale, e cercando così di disgregare la famiglia, per creare dei singoli indipendenti, che non hanno così nessun interesse a far parte di una comunità.
Questo accade ormai da decenni, da quando viene propagandata pubblicamente l’idea di poter vivere con persone dello stesso sesso, e poter esprimere la propria sessualità in pubblico in modo del tutto disinibito, incentivando manifestazioni come il gay pride, facendo passare per vetusta e bigotta la famiglia tradizionale o chi non condivide le loro idee libertarie.
PIANO KALERGI
Come se non bastasse sulle orme del massone Richard Nikolaus di Coudenhove Kalergi, viene spinta e finanziata (sarebbe oggetto di un approfondimento) a livello europeo l’affluenza oltre le coste del Mediterraneo di più razze, con la continua migrazione dei popoli africani, con l’unico scopo di produrre una razza meticcia, priva di valori di riferimento, con nessun legame col territorio di appartenenza, per rendere più malleabile e condizionabile la popolazione, che non avrà più una cultura di riferimento, nè un proprio territorio da difendere.
Cosa in parte già avvenuta in alcuni Paesi dell’Europa, possiamo prendere ad esempio la nazionale di calcio francese, dove già nel 2018 più della metà dei calciatori erano di razza africana, anche se tutti nati su suolo francese.
Sotituzione etnica inevitabile considerando le poche nascite nel nostro Paese e il continuo afflusso di immigrati da Paesi più poveri, e non solo dall’Africa(3).
Considerando poi che le nascite nel nostro Paese sono al minimo da almeno 20 anni, e che al contrario le popolazioni povere sono le più prolifiche in fatto di figli, potremmo aspettarci nel prossimo secolo un ricambio etnico non indifferente, con conseguente perdita di cultura e radici della comunità originaria, sostituita da una nuova comunità senza alcun legame culturale col territorio. Una delle popolazioni quella italiana, lo ricordiamo, più vecchia d’europa in fatto di età(4).
Come possiamo notare dal grafico che segue, preso dal sito dell’Istat(5), già solo negli ultimi 15 anni c’è stato un drastico calo delle nascite, contrastato solo dal continuo afflusso di immigrati.
(1)https://milano.repubblica.it/cronaca/2022/09/14/news/manifesto_pro_vita_e_famiglia_gender_protesta_milano-365659290/
(2)https://pasionaria.it/genere-non-binario-tutte-le-risposte-alle-tue-domande/
(3)https://parma.repubblica.it/cronaca/2023/07/10/news/parma_popolazione_in_crescita_i_residenti_sono_196741_dal_2009_12mila_abitanti_in_piu_meno_nascite_ma_piu_stranieri-407260439/amp/
(4)https://www.ansa.it/ansa2030/notizie/data_news/2020/04/05/-italiani-i-piu-vecchi-deuropa-il-228-e-over65_cac515af-eece-42bf-8d62-998c2d99f9a4.html
(5)https://www.istat.it/it/files/2022/12/report-natalita-2021.pdf